Dopo tutta la fatica e il sudore per prepararci alla prova costume, un brand di moda (quello svedese che inizia per H e finisce per M) ci dice che possiamo andare al mare tranquille, sfoggiando pancetta e cellulite.
Accidenti, ce l’avessero detto prima. Le campagne pubblicitarie, le preparano mesi prima, già quest’inverno ci avrebbero potute avvertire, no?
Signore, l’evoluzione femminile ha fatto un balzo in avanti. Di almeno un millennio direi, dopo che per secoli ci siamo costrette dentro ogni ammennicolo per piegare il nostro corpo al gusto estetico dell’epoca. Ora invece, con grande sollievo, possiamo respirare (letteralmente) e buttare la pancia fuori, avvicinarci al bagnasciuga, al bar e alla toilette della spiaggia senza avvolgerci in strategici parei.
Grazie H&M perché ci autorizzi ad essere noi stesse.
In realtà, non c’è da prendersela molto con il colosso svedese. E’ un’onda ormai che stanno cavalcando in tanti (anche Gucci ci invita a sfoderare i nostro sorrisi imperfetti) e siccome in questi ambienti non si fa nulla senza un rendiconto, c’è da pensare che forse occhi e orecchie attente al mercato hanno percepito una certa stanchezza di noi donne verso modelli impossibili e irraggiungibili.
Peccato che la tendenza dei marchi di andare dove il mercato sta andando puzza sempre di bruciato. E’ un po’ come quell’amico che fa di tutto perché ci innamoriamo di lui, cercando di essere come pensa che a noi piacerebbe.
La reazione di solito è proprio il contrario del risultato che lui vorrebbe ottenere: ci allontaniamo, lo giudichiamo servile, senza personalità. Magari fa il gentile per portarci a letto e basta.
E’ quello che ho pensato quando ho visto l’ultima campagna estiva di H&M che, nel giro di qualche mese, è passata da questo (immagine a sx) a questo (immagine a dx).
Tutti possiamo cambiare idea, ma in questo caso sa molto da furberia a buon mercato (in linea con la filosofia low cost, mi direte voi).
Mi colpisce, poi, la penna di molte giornaliste che, facendo onore ai costumi svedesi, titolano e commentano con parole come “modelle bellissime e dal corpo imperfetto” (ahia) indossati “dalla modella curvy Jill Kortleve” (lei sarebbe curvy?).
Non posso fare a meno di dedicare un pensiero ai nostri amici uomini, che dal 2008 dormono male la notte e respirano ancora peggio in spiaggia dopo che David Beckham ha messo al tappeto tutti, sfoderando addominali d’acciaio e un’espressione che dice molto.
James Corden, meno male che ci hai pensato tu!
E a tutte le mie donne Vere, so che non devo dire nulla.
La nostra sicurezza e autostima non stanno appese ad una cartellone pubblicitario stagionale, né dentro le misure di una pagina di giornale.
L’ho sempre pensato, ancora prima che fosse di moda.