La libertà di essere chi vuoi.

Con una figlia nel culmine della pre-adolescenza, maledico spesso questi nostri tempi moderni, dove a volte ho l’impressione che la tecnologia mi mangi la pasta in testa e che il mio unico ruolo sia di correre da una lato all’altro di quelle barchette sgangherate che si divertono a fare acqua da tutte le parti.

A parte le mie sfide di madre che rimpiange i tempi tranquilli in cui, da ragazzina, bastava che lasciasse ai suoi un biglietto in ingresso ‘Sono fuori con gli altri’, mi piace osservare quante forme riescono a prendere le nostre identità e quante possibilità abbiamo, nel corso della nostra vita, di sceglierne di diverse per noi.

Gli inglesi si divertono a riportare nei tabelloni riservati alle comunicazioni di servizio sul traffico della metro le frasi più ispirazionali – come si direbbe adesso.

Una che mi è capitata di vedere è quella del sindaco di Londra che afferma: Qui a Londra sei libera di amare chi vuoi e di essere chi vuoi.

Ho sempre amato le grandi città, per quel senso di possibilità e di apertura che si respira. Quando si è in 10 milioni di persone a camminare sulle stesse strade, è difficile fare un gruppone unico e dividere in 2 categorie separate gli abitanti – quelli con una vita normale e quelli strani, quelli sposati e quelli non, quelli con un lavoro regolare e quelli che non si capisce cosa facciano.

L’immagine personale, come ci vestiamo e cambiamo stile è il modo che preferisco per osservare quante evoluzioni e direzioni può prendere la nostra identità.

Ormai, per fortuna, ESSERE non è più uno “stato di fatto”, ma un flusso in continuo divenire. E’ materia e forma che continua a cambiare e, soprattutto, a cui noi possiamo dare una direzione sempre nuova.

Possiamo scegliere chi vogliamo essere, come dice il saggio sindaco di Londra.

Ecco perché, per avere il cosiddetto stile, bisogna conoscersi davvero bene.

Altrimenti, si rischia grosso, e non si ha altra scelta che affidarsi alle mode del momento:

Lo stile è uno strumento. Uno dei tanti che abbiamo a disposizione per comunicare. Dicono che le persone si facciano un’idea di chi siamo nei primi 7 secondi. Allora lo stile, oltre ad essere uno strumento, è anche di quelli molto efficaci e veloci.

E questo ci dà un motivo in più per conoscerlo e saperlo usare bene a nostro vantaggio.

Chi vogliamo essere, chi vogliamo diventare? 

E perché?

Sono tutte risposte che dobbiamo cercare per noi stesse, tenercele per noi magari, non è detto che sia una rivelazione che vorremo divulgare in giro.

Di trasformazioni di stile, ne è pieno il web. Tra i volti noti di diverso calibro possiamo trovarne a bizzeffe, e io ho fatto la mia personale selezione.

La regina delle trasformazioni è sicuramente Victoria Beckham (mi limito a parlare di stile qui, poi di altri tipi di intervento non voglio occuparmi), ma punto a qualcuna che a pelle mi sta decisamente più simpatica: Michelle Obama.

Non incarna il modello di bellezza perfetta, non mi pare che neanche lo abbia mai rincorso ed è un ottimo esempio che scardina quell’odioso proverbio ‘dietro a un grande uomo c’è una grande donna’, se non altro perché lei è più alta del marito e anche se stesse dietro, si farebbe comunque notare.

Dai tempi del suo ruolo presso la Casa Bianca in cui la vedevamo con uno stile curato, ma non noioso, colorato, ma moderato, sportivo a volte, ma comunque sempre giusto per l’occasione ad oggi, sembra si sia liberata di una guardaroba che non era proprio nelle sue corde.

E ora sembra dire: ‘così mi sento più me stessa’.

Michelle Obama rimane sempre una figura pubblica di grande risalto, per cui nemmeno ora si vestirà con la stessa leggerezza e baldanza con cui facciamo noi, che non temiamo di essere paparazzate ad ogni angolo della strada.

Però, guarda caso, con l’uscita del suo libro Becoming. La mia storia dove racconta, con grande schiettezza, i dietro le quinte di una vita balzata all’improvviso sotto i riflettori di tutto il mondo gira per Montalcino con i jeans strappati, si presenta allo YouTube Space in Texas con tailleur blu elettrico e righe colorate , cammina rilassata indossando una maglia che lascia le spalle scoperte.

La stra-abusata ‘autenticità’ può prendere oggi una piega diversa e avere di nuovo senso se non ci limitiamo a chiederci ‘chi sono?’ ma cominciamo a riflettere su ‘chi voglio essere?’

Coco Chanel già sollecitava le ragazze del suo tempo:

Oggi abbiamo consapevolezza, libertà, scelta ancora più ampie. Non facciamoci scappare l’occasione.

 

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