I COLORI SONO LA TUA LIBERTA’. Basta che lasci loro ali per volare

Pare proprio che la consulenza d’immagine stia prendendo piede anche in Italia.

Molte leggono, in blog e stampa, i vari metodi per individuare i propri colori e quello a ‘stagioni’ sembra attirare simpatia.

“I miei colori giusti saranno della palette Inverno o Estate, Autunno oppure Primavera?”

Quello delle ‘stagioni’ e altri sono i sistemi che, a suo tempo, ho studiato con grande passione e che oggi rappresentano  la cassetta degli attrezzi da cui, per ogni cliente, seleziono ed estraggo ciò che mi serve per accompagnare la mia donna Vera verso la Vita che vuole per sè.

Fin dall’inizio, ho fatto una scelta di pancia, che col tempo è diventata forte convinzione: non ho mai parlato di stagioni, gruppi o sotto gruppi alle clienti, perché il mio lavoro è semplificare loro la vita, non la mia, facendo finta che possiamo essere racchiuse in categorie e sotto categorie.

 

Ecco i 5 MOTIVI PER CUI NON PARLO DI STAGIONI

1. Stando a Google, ci sono quasi 4 miliardi di donne su questo pianeta. 

Se togliamo quelle troppo giovani o troppo anziane per essere interessate alla consulenza d’immagine, ne vogliamo considerare la metà?

Siamo comunque a 2 miliardi.

Come diamine pretendiamo di classificare tutte queste donne dentro 4 stagioni?

Lo so anch’io che ci sono il sistema tonale e tutti i sottogruppi, ma sono sicura di aver reso l’idea.

 

2. Ho i miei dubbi che una donna sia (veramente) più felice quando può essere etichettata. 

Non dimenticherò mai la faccia delusa di una mia amica (God bless her) quando ha saputo che avrebbe avuto la stessa palette colori di un’altra donna che le stava seduta accanto.

Lo confesso e mi cospargo il capo di cenere: c’è stato un tempo in cui, per allenarmi, ho detto a tutte le mie amiche a quale stagione appartenessero.

Vi garantisco che non ho contribuito alla felicità di nessuna. E mi è servita come lezione.

 

3. Un sistema diviso per stagioni spesso crea confusione. 

Si pensa che si dovranno gestire 4 palette diverse, ognuna per ogni stagione. 

Non credo che i tecnicismi aiutino a recuperare la gioia di guardarsi allo specchio, vestirsi la mattina, fare shopping. In più, non sono denominazioni universali, pertanto non ci rendono la vita più facile quando dobbiamo fare acquisti. Provate ad entrare in un negozio e chiedere un maglioncino rosso della palette Autunno e poi osservate la faccia che vi fanno.

 

4. OGNI singola donna su questo pianeta avrà la SUA palette colori personale.

Almeno per quanto mi riguarda.

Non c’è una donna uguale all’altra e non ci sarà palette uguale all’altra.

Non è una questione solo di colori naturali, ma anche di quelli che ci portiamo dentro. Ne ho già scritto qui poco tempo fa, i colori sono molto di più di semplici tasselli. Sono simboli del nostro passato, di quello che stiamo vivendo oggi, di ciò che vogliamo per noi nel futuro.

Io non sono nessuno per dire a una donna che non può portare il nero, perché non è in palette. Se quello è il colore con cui si sente a suo agio, devo aiutarla a portare il nero e a sentirsi bene.

A una donna ancora ferita che preferisce starsene un po’ dietro le quinte, non si può avere l’arroganza di dire che sta benissimo con il rosso perché è nella sua palette. Magari un giorno lo indosserà perché lo deciderà lei, ma se al momento sono i colori soft a farla stare meglio, quelli saranno i SUOI colori.

 

5. Ogni sistema, per definizione, prevede che la realtà sia una e immutabile.

Si dice che la palette colori sarà sempre uguale, perché il sottotono della pelle rimane lo stesso. Ni, perché con l’età la luminosità della pelle cambia, il colore degli occhi negli anni può anche modificarsi, i capelli…siamo donne, ci siamo capite.

Senza considerare poi l’aspetto più importante: noi, come persone, continuiamo a cambiare. 

E sappiamo benissimo che ad ogni fase della vita, mettiamo mano al nostro armadio, decidiamo che questo o quello non fa più per noi, perché oggi non siamo più quella persona lì.

Le storie di B. e G. ce lo raccontano molto chiaramente e sono sicura che tutte noi ci possiamo identificare, anche solo in parte, nella loro storia.

O nella mia.

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