Se vi chiedessi a che cosa assomiglia il vostro guardaroba in questo momento, che cosa mi rispondereste?
Più a una landa sterminata da cui fanno capolino quei pochi capi con cui davvero vi sentite a vostro agio?
Oppure ad un antro buio che raccoglie tutti i peccati?
Lo confesso, fino a un paio di anni fa, il mio era la somma di entrambi gli scenari.
Essenzialmente, il mio armadio conteneva qualcosa di non visibile, ma molto palpabile: il senso di colpa di possedere molto più di quello che in realtà indossavo.
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Ne avevo la prova tangibile ad ogni cambio di stagione, quando prendevo in mano la maglia, i pantaloni o la gonna che sapevo di non aver messo nemmeno una volta e che spostavo, a mo’ di trasloco, nell’anta accanto.
“Quest’anno non l’ho usato, ma l’anno prossimo vedrai, tornerà di moda…mi piacerà di nuovo questo colore…tornerò a portare le gonne…”
Il mio compagno accumulatore seriale con un armadio grande il doppio del mio era la dolce attenuante: “Se il mio armadio è più piccolo di quello di un uomo, allora non sono un caso poi così grave”.
Storie che continuavo a raccontarmi tutti i giorni, finché non sono stata costretta a guardare in faccia la realtà, e ogni singola gruccia dove stava appesa la mia vergogna.
Neanche il mio passato lavoro nelle Relazioni Pubbliche poteva reggere più.
Ormai i tailleur li avevo messi sotto naftalina da un po’ e tutto quello che era visibile in armadio era stato comprato e accumulato nel periodo successivo.
Devo dire, poi, che sono cresciuta in una famiglia dove si comprava solo il necessario, il capriccio o il vezzo non esisteva e comunque, anche nell’acquisto, il prezzo aveva sempre la sua importanza.
Senza eccedere in nulla di monacale o minimalista, ho fatto quindi solo atto di coscienza con me stessa e ho cominciato a pensare dove sarebbe finito tutto quello che avrei messo nel mucchio ‘questo non lo metto più’.
Qualche baratto, molti regali, vendite in mercatini di seconda mano e alcune spedizioni ad Armadio Verde.
Una volta liberati guardaroba e mente – perché il repulisti fa bene anche allo spirito – mi sono messa a costruire, passo dopo passo, un nuovo stile e una nuova gestione dell’armadio attorno alla mia palette personale.
Ecco per voi quello che, a grandi linee, mi fa da guida da quel 2016, in cui ho scoperto la consulenza d’immagine e il magico potere dei colori.
I grandi VANTAGGI di gestire colori della stessa famiglia sono numerosi e molto concreti:
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tutto si abbina con tutto, quindi vestirsi la mattina è un gioco
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è facilissimo individuare i neutri, cioè i colori per gli acquisti più importanti, come la giacca o il cappotto e i colori-accento, cioè quelli che danno lo sprint giusto al vostro stile
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si può dire basta all’armadio che esplode, ma che non offre mai la cosa giusta al momento opportuno
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quando entrate in un negozio, siete voi a sapere quello di cui avete bisogno (e non i dettami o le mode del momento)
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