In questi giorni, ripensavo alla newsletter che vi ho spedito lo scorso sabato, dove praticamente ho scompigliato le carte, sollevato il tavolo e, in poche parole, vi ho detto che non ci sono riferimenti a cui appigliarsi quando si è alla ricerca di uno stile personale.
Perché se guardiamo solo a quelli esterni, rischiamo di trascurare l’ascolto di noi stesse. Se, invece, prendiamo delle idee costruite nel tempo, potremmo affidarci a un concetto astratto (di eleganza, creatività, naturalezza), che poi fatica a trovare una risposta soddisfacente nella realtà.
Tradotto in parole povere: alzo la mano e vi racconto di quella volta che, affascinata da un tailleur bianco visto in un giornale, l’ho messo nella lista dei desideri e, poco tempo dopo, ne ho acquistato uno. Poi, come spesso succede, in negozio, davanti allo specchio, mi ero convinta che sì, era proprio lui, lo volevo. Quando mi sono rivista a casa, non mi convinceva più.
Sembrava troppo minimal su di me, mancava qualcosa, c’era qualcosa di sciatto. L’avrò indossato due o tre volte, giusto per lenire il senso di colpa per l’acquisto sbagliato.
Di storie così, ne ho sentite davvero molte e dunque non siamo sole. Però so che il ‘mal comune mezzo gaudio’ può farci stare meglio qualche minuto in compagnia dell’amica, ma a conti fatti, non cambia molto – né la considerazione di noi stesse, né il portafogli.
Allora ho pensato a qualche domanda utile che possiamo porci quando sentiamo di essere in fase di cambiamento e vogliamo che anche lo stile esprima la nuova parte di noi, che magari stiamo scoprendo o vogliamo valorizzare.
Sono quei momenti di irrequietezza, dove sembra che niente vada bene – nelle vetrine è tutto brutto e a noi sta tutto male. Quei momenti lì, li conosciamo bene tutte.
1. La domanda delle domande: perché vuoi cambiare stile? Per te stessa, per motivi di lavoro o altro?
E’ importante capire chi ci vedrà nel nuovo stile. Solo noi stesse allo specchio, perché magari lavoriamo da casa o semplicemente siamo in fase ‘chissenefrega del mondo’? O colleghi, colleghe, clienti con cui vogliamo stringere un rapporto professionale di fiducia e autorevolezza?
Una donna che ha appena iniziato a lavorare in un ambiente impegnativo, dove sente che deve conquistarsi rispetto e fiducia avrà esigenze (qui intendo emotive) diverse da chi si veste la mattina solo per se stessa, perché magari lavora da casa e sta tutto il giorno dietro a un monitor (eccomi).
2. Quali sono i pensieri ricorrenti, i preconcetti tramandati in modo più o meno velato?
Qui è più dura lo so, perché fanno parte della trama dei nostri pensieri ed è difficile scovarli.
Quante volte ho sentito le frasi: ‘Mia madre/nonna mi diceva sempre che…mi sta male questo o quel colore…una ragazza non dovrebbe/dovrebbe… se vuoi che ti prendano sul serio allora devi/non devi…’.
Di solito sono convinzioni e falsi miti che saltano fuori anche solo chiacchierando, proprio come durante i miei workshop, dove per fortuna si è in buona compagnia e allora i ricordi cominciano a fluire. Provate a scriverli o a condividerli con un’amica. Potreste rimanere sorprese piacevolmente del risultato.
3. Come mi voglio sentire quando sono vestita con il mio stile ideale?
Nel tempo, ho sentito risposte bellissime, illuminanti, forti, di grande ispirazione. Se volete vedere un paio di esempi, potete leggere le storie di G. e B.
Le parole che hanno scelto per loro stesse hanno fatto a guida al nuovo che volevano accogliere, facendo piazza pulita della noia e di quella comfort zone a cui spesso si fa riferimento, quello spazio tanto comodo e calduccio dove si è sempre tentate di ri-scivolare.
E, infine, un consiglio di buon senso, che vedo funziona sempre, anche se, messo così, può piacere poco: darsi del tempo.
Fate un giro dentro quello che vi sembra fighissimo e desiderabile, così potete scoprire se è davvero la cosa giusta per voi. Ci sono tanti modi per adattare ciò che già avete o fare piccoli acquisti e sperimentare.
A volte si tende a idealizzare dei capi e degli stili solo perché ci sembra che a noi non starebbero bene, non ce lo potremmo permettere perché… [riempite voi i puntini]. Magari scoprite che così giusti e perfetti, per voi, non sono.
Vi alleggerite cuore e spirito. E non il portafogli.
Le domande potrebbero non finire qui, ma c’è il weekend davanti, perdindirindina, un po’ di leggerezza, suvvia 🙂
Cosa fate di bello? Siete già pronte con lucine, addobbi e fili argentati (o dorati)?