…mi sono chiesta come avrei potuto aiutare al meglio A. nel cambiamento che cercava.
A. è una donna sulla cinquantina. Trucco leggero, capelli biondi raccolti in una coda morbida. Vestita con una semplice camicia bianca e un pantalone grigio a sigaretta, aveva tutta l’aria di chi si sentiva ‘risolta’ nel suo stile.
Era molto curiosa di quello che avremmo fatto assieme e anch’io, osservandola, non vedevo l’ora di partire per il nostro viaggio colorato e capire dove saremmo approdate.
A. mi racconta che ha pochi capi e che li tiene per molti anni, tanto che amiche e sorelle la prendono un po’ in giro: “Mah ancora quella camicia lì?”
Dietro quel suo stile pulito e semplice c’è un’idea ben precisa su gusti e preferenze: non ama fare shopping, in un certo senso i capi e gli accessori giusti li vede in vetrina, così in un giorno per caso.
Se trova la cosa perfetta, è disposta a spendere una cifra importante, d’altra parte compra davvero poco.
Ci si deve sentire bene dentro, come se fosse una seconda pelle, e quando è ‘quello’ giusto, si va!
Sarà suo (quasi) per sempre.
Facciamo una carrellata tra i colori, vedo subito che le stanno d’incanto quelli caldi e brillanti. La osservo mentre si studia silenziosa allo specchio e capisco che non si riconosce.
“Mi piacciono sulle altre, ma io non riesco a vedermi con i colori vivaci”.
Aggiusto il timone e faccio un piccolo cambio di rotta.
Mi oriento sui colori della terra, dell’autunno, proviamo qualche abbinamento poco contrastante. Vedo che annuisce, mi sorride, lo sguardo si illumina.
Ci siamo.
Con una donna come A., molto selettiva e dalle idee chiare, vivo il momento come una piccola vittoria.
Sistemo i colori, riordino la palette, le mostro tutti gli abbinamenti che può fare. E mi gusto la meraviglia nei suoi occhi.
***
La storia di A. ci può insegnare molto:
– il cambiamento può essere preso a piccoli assaggi, come gustose ciliegine su una torta già solida e ben fatta
– non occorre sempre immaginare scenari rivoluzionati, cassetti rovesciati e guardaroba svuotati. Un approccio bianco o nero può intimorire e diventare un freno inibitorio a un desiderio che vuole essere ascoltato
– il cambiamento può entrare discreto e silenzioso nella vita, tenendosi il comfort delle certezze e abbracciando la curiosità di cuore e occhi attenti
– cambiare è un viaggio che non finisce mai. Non è più coraggioso chi fa un unico grande passo. Il coraggio si sviluppa col tempo e lo si allena dalla prima, piccola decisione
– va bene non conoscere la destinazione precisa del viaggio. Si comincia entrando dalla porta che risponde all’esigenza più urgente.
P.S. Diamo una sbirciata ai look del red carpet all’ultimo Festival del Cinema di Venezia? Tanto nero (come al solito), ma anche molti colori accesi. Le mie preferite Roberta Ruiu, Monica Marangoni, Vittoria Puccini, Stella Egitto, Cristiana Capotondi.
P.P.S. Avete mai notato che chi è felice dell’abito che indossa ha una postura e un’espressione in volto diverse da chi, invece, sembra dica: “Ma guarda cosa mi tocca indossare stasera!”. Fate la prova scorrendo la gallery.